Cosa Nostra, Comunismo, Mafia, Deputato

30 APRILE 1982. COSA NOSTRA UCCIDE IL DEPUTATO COMUNISTA PIO LA TORRE

Cosa Nostra, Comunismo, Mafia, Deputato

39 ANNI FA VENIVA ASSASSINATO IL DEPUTATO PROMULGATORE DELLA LEGGE CHE ISTITUÌ IL REATO DI ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO.

SINDACALISTA DA GIOVANE…

Nasce a Paler­mo nel 1927. Figlio di con­ta­di­ni e cre­sciu­to nel­le più pre­ca­rie del­le con­di­zio­ni eco­no­mi­che, fin da ragaz­zo si impe­gna nel­la lot­ta per la libe­ra­zio­ne del­le ter­re appar­te­nen­ti a Cosa Nostra. Non anco­ra diciot­ten­ne diven­ta sin­da­ca­li­sta per la Feder­ter­ra, poi respon­sa­bi­le gio­va­ni­le del­la CGIL e infi­ne, ade­ren­do al Par­ti­to comu­ni­sta ita­lia­no (PCI), assu­me il ruo­lo di respon­sa­bi­le del­la com­mis­sio­ne gio­va­ni­le regio­na­le.
Sono due i momen­ti salien­ti nel­la car­rie­ra sin­da­ca­li­sta di Pio La Tor­re.
Il pri­mo: nel 1949, men­tre è mem­bro del Con­si­glio Fede­ra­le del PCI e a capo del movi­men­to dei brac­cian­ti, occu­pa il feu­do di Stra­sat­to, appar­te­nen­te al mafio­so Lucia­no Leg­gio. L’anno pre­ce­den­te, per l’occupazione di quel­lo stes­so feu­do, Cosa Nostra ave­va ucci­so il sin­da­ca­li­sta cor­leo­ne­se Pla­ci­do Riz­zot­to.
Il secon­do: nel 1950 vie­ne arre­sta­to per ten­ta­to omi­ci­dio e scon­ta 17 mesi di car­ce­re all’Ucciardone.
La sua col­pa? Aver ten­ta­to di seda­re uno scon­tro fra con­ta­di­ni mani­fe­stan­ti e for­ze dell’ordine duran­te la misu­ra­zio­ne e la lot­tiz­za­zio­ne del­le ter­re incol­te in un cen­tro agri­co­lo di Paler­mo.
Con­clu­de la sua car­rie­ra nel sin­da­ca­to nel 1962.

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…POLITICO DA GRANDE

Dopo aver rico­per­to la cari­ca di segre­ta­rio regio­na­le del PCI, nel 1963 vie­ne elet­to depu­ta­to all’Assemblea Regio­na­le Sici­lia­na.

A par­ti­re dal 1969 diri­ge, a Roma, la Com­mis­sio­ne agra­ria e quel­la meri­dio­na­le; ma la svol­ta avvie­ne 3 anni più tar­di, quan­do, elet­to alla Came­ra dei Depu­ta­ti, entra a far par­te del­la momen­ta­nea Com­mis­sio­ne Par­la­men­ta­re Anti­ma­fia.
Nel 1976 il depu­ta­to Pio La Tor­re e il magi­stra­to Cesa­re Ter­ra­no­va cofir­ma­no la rela­zio­ne di mino­ran­za, esi­to del loro lavo­ro in Com­mis­sio­ne. Un docu­men­to in cui ven­go­no mes­si in risal­to i rap­por­ti tra mafia, impren­di­to­ria e, soprat­tut­to, con poli­ti­ci di rilie­vo del­la Demo­cra­zia Cri­stia­na. 31 mar­zo 1980. Pre­sen­ta alla Came­ra dei Depu­ta­ti la pro­po­sta di leg­ge n.1581. Sono tre le cose che chie­de.

  • Chie­de che ven­ga intro­dot­to nel codi­ce pena­le un arti­co­lo che pre­ve­da il rea­to di asso­cia­zio­ne di stam­po mafio­so, volen­do così esclu­de­re la mafia dal sem­pli­ce rea­to di asso­cia­zio­ne per delin­que­re, al qua­le fino ad all’ora si era fat­to inef­fi­ca­ce­men­te ricor­so.
  • Chie­de che nei con­fron­ti dei con­dan­na­ti ven­ga appli­ca­to il seque­stro e la con­fi­sca dei beni.
  • Chie­de che ven­ga isti­tui­ta una Com­mis­sio­ne par­la­men­ta­re di con­trol­lo e vigi­lan­za, per­ma­nen­te che rico­no­sces­se la mafia come asso­cia­zio­ne cri­mi­na­le.

Nel 1981, dopo sva­ria­ti omi­ci­di eccel­len­ti di Cosa Nostra, inclu­so quel­lo del suo ami­co cofir­ma­ta­rio Ter­ra­no­va, e con la secon­da guer­ra di mafia in cor­so, deci­de di tor­na­re in Sici­lia.
A Paler­mo assu­me la cari­ca di segre­ta­rio regio­na­le e si met­te a capo del movi­men­to paci­fi­sta con­tra­rio all’installazione degli euro­mis­si­li nel­la pro­vin­cia di Ragu­sa

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UNA LEGGE POST MORTEM

30 apri­le 1982. Pio La Tor­re e il suo auti­sta com­pa­gno di par­ti­to, Rosa­rio Di Sal­vo, ven­go­no ucci­si a bor­do di una Fiat 132.

Quel­la sera stes­sa atter­ra a Paler­mo il gene­ra­le Car­lo Alber­to dal­la Chie­sa, nomi­na­to dal Gover­no, Pre­fet­to del­la cit­tà per con­tra­sta­re il feno­me­no mafio­so.
Tre mesi dopo, il 3 set­tem­bre, il gene­ra­le, sua moglie e l’agente di scor­ta, ven­go­no ucci­si nel­la stra­ge di via Cari­ni.
In “memo­ria” del depu­ta­to e del gene­ra­le, il 13 set­tem­bre vie­ne pro­mul­ga­ta la Leg­ge n.646 Rogno­ni – La Tor­re  (qui pub­bli­ca­ta sul­la Gaz­zet­ta Uffi­cia­le), con cui si intro­du­ce nel codi­ce pena­le l’arti­co­lo 416 bis, l’asso­cia­zio­ne di stam­po mafio­so ora è rea­to.
Gra­zie a que­sto nuo­vo arti­co­lo, nel 1986, si potrà isti­tui­re il Maxi­pro­ces­so e con­dan­na­re Cosa Nostra.