Nel 1978 decide di candidarsi, con Democrazia Proletaria, alle elezioni comunali del 14 maggio. L’intensa campagna elettorale e i continui attacchi a Badalamenti decretano la sua condanna a morte. La notte tra l’8 e il 9 maggio viene rapito, legato, immobilizzato sui binari della ferrovia e, con una carica di tritolo, fatto saltare in aria. La stampa locale e la magistratura parlano prima di un attentato, in cui Impastato sarebbe l’attentatore che avrebbe perso la vita, poi di suicidio. Nel frattempo, a livello nazionale, la morte del giornalista trentatreenne passa in secondo piano e non viene per niente trattata.
Nella stessa mattinata a Roma, in via Caetani, nel baule di una Renault 4 rossa, viene ritrovato dopo 55 giorni di prigionia, il corpo dell’on. presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro.