Breve guida al teatro di RaiPlay

In tem­pi di care­stia tea­tra­le un allea­to ina­spet­ta­to vie­ne in nostro soc­cor­so. Si trat­ta di Rai­Play, che ci offre un’interessante sele­zio­ne di spet­ta­co­li: ecco­ne cin­que.

È pas­sa­to ormai più di un anno dall’ultimo spet­ta­co­lo che ho visto a tea­tro.

Dispe­ra­ta, in asti­nen­za, ho dovu­to ripie­ga­re su qual­che sur­ro­ga­to. Fru­gan­do su siti vari ed even­tua­li, mi sono resa con­to che le pro­po­ste di spet­ta­co­li in rete non arri­va­no da mol­ti tea­tri. Que­sto, lo ammet­to, mi ha momen­ta­nea­men­te sco­rag­gia­ta, ma pro­prio quan­do sta­vo comin­cian­do a per­de­re le spe­ran­ze, mi è sal­ta­to all’occhio un piiiic­co­lo tito­let­to: “Tea­tro” dice­va.

Come già avre­te capi­to dal tito­lo (che geni che sie­te), a sal­var­mi è sta­ta Rai­Play.

 

Lo so, lo so, Rai­Play è un po’ un sito da boo­mer, ma ha anche quat­tro gran­di pre­gi:

  • è GRATIS;
  • non ci sono “date di sca­den­za” in vista, per­ciò potre­te vede­re gli spet­ta­co­li QUANDOQUANTO vole­te (anche per­ché l’app con­sen­te addi­rit­tu­ra di sca­ri­ca­re i video);
  • la sele­zio­ne di spet­ta­co­li è mol­to VARIA (quin­di ce n’è per tut­ti i gusti);
  • il “cata­lo­go” è il risul­ta­to di una sele­zio­ne e di con­se­guen­za (poi maga­ri mi sba­glio ma per ora tut­to ciò che ho visto ha sup­por­ta­to la mia idea) gli spet­ta­co­li sono di QUALITÀ.

 

Al fine di esse­re per voi la miglior gui­da pos­si­bi­le nel magi­co mon­do di Rai­Play (e no, non per­ché stes­si solo aspet­tan­do una scu­sa per guar­dar­mi un po’ di spet­ta­co­li), mi sono lan­cia­ta sul diva­no e ho pre­mu­to play.

Mi sono per­mes­sa di sce­glie­re cin­que spet­ta­co­li, otte­nen­do così quel­li che mi sem­bra­va potes­se­ro rap­pre­sen­ta­re dei cam­pio­ni tea­tra­li di “gene­re”: un clas­si­co­ne; uno spet­ta­co­lo spe­ri­men­ta­le; un dia­lo­go tra comi­ci ita­lia­ni; uno dei miei spet­ta­co­li pre­fe­ri­ti e uno che mi incu­rio­si­va.

Pron­ti? Via!

Il mala­to imma­gi­na­rio

2014 – Tea­tro eli­seo di roma – 109 min

Pri­ma tap­pa: il clas­si­co­ne.

 

“Il mala­to imma­gi­na­rio” è infat­ti for­se la più famo­sa del­le com­me­die di Moliè­re.

Moliè­re quin­di Sei­cen­to… nien­te di nuo­vo insom­ma.

Nien­te di nuo­vo anche se la dida­sca­lia che Rai­Play accom­pa­gna al tito­lo par­la di una rilet­tu­ra… ma la rilet­tu­ra, se c’è, è mini­ma.

For­se però è meglio così: le attua­liz­za­zio­ni non risul­ta­no inva­si­ve, non distur­ba­no, non stra­vol­go­no l’ordine di un uni­ver­so in cui le influen­ze di com­me­dia dell’arte e del Sei­cen­to stes­so si sen­to­no tut­te. I per­so­nag­gi sono infat­ti quel­li clas­si­ci (i due inna­mo­ra­ti, la ser­vet­ta scal­tra, il vec­chio ava­ro, etc.); si accen­na alle masche­re, al rap­por­to tra cam­pa­gna e cit­tà; tut­to ruo­ta attor­no a un matri­mo­nio com­bi­na­to… tut­to mol­to tipi­co.

Le sorel­le Maca­lu­so

2014 – Pic­co­lo tea­tro di mila­no – 65 min

 “Anto­nel­la, Maria, Lia, Cet­ty, Katia, Gina, Pinuc­cia! Ho dimen­ti­ca­to qual­cu­no?”.

No, non ho dimen­ti­ca­to nes­su­no. Loro sono le sorel­le Maca­lu­so: le pro­ta­go­ni­ste di que­sto dram­ma scrit­to e diret­to da Emma Dan­te.

Sia­mo ad un fune­ra­le, ma è un fune­ra­le stra­no. Chi è mor­to? Chi è vivo? Cosa signi­fi­ca quel­la dan­za? Poi i vesti­ti neri scom­pa­io­no per lascia­re spa­zio a pren­di­so­le colo­ra­ti. Le sorel­le sono di nuo­vo bam­bi­ne. Ci rac­con­ta­no una sto­ria: la loro. Pie­na di dram­mi, can­zo­ni, sacri­fi­ci e di per­di­te.

Nel nostro pic­co­lo

2020 – tea­tro nuo­vo di mila­no – 125 min

 

 

Ini­zia ad un fune­ra­le anche “Nel nostro pic­co­lo”, ma è un fune­ra­le deci­sa­men­te meno miste­rio­so: del mor­to, Ale e Franz ci rac­con­ta­no tut­to… anche il nome (che io non vi rive­le­rò per non fare spoi­ler).

Con que­sto spet­ta­co­lo i due comi­ci voglio­no fare ciò che face­va­no Gaber e Jan­nac­ci: pren­de­re “chi rima­ne un po’ indie­tro” e met­ter­lo in pri­mo pia­no. Sfrut­tan­do le can­zo­ni dei due can­tau­to­ri Ale e Franz ci gui­da­no quin­di nel mon­do del­la comi­ci­tà, con uno spet­ta­co­lo non scon­ta­to.

Con­tro­in­di­ca­zio­ni: il fina­le potreb­be far scen­de­re una lacri­muc­cia a qual­cu­no di voi (no, non a me cosa dite).

Nel tem­po degli Dei – il cal­zo­la­io di Ulis­se

2020 – pic­co­lo tea­tro di mila­no – 117 min

 

Pao­li­ni, musi­ca “dal vivo”, mito­lo­gia gre­ca: devo dir­vi altro?

Ho avu­to la for­tu­na di vede­re que­sto spet­ta­co­lo dal vivo qual­che anno fa e me ne sono inna­mo­ra­ta. Pao­li­ni ci rac­con­ta Ulis­se in un modo nuo­vo, dipin­gen­do­lo non più come un eroe ma come “un cal­zo­la­io figo”. La musi­ca che accom­pa­gna il testo è splen­di­da e va a toc­ca­re tut­ti i tasti giu­sti. Cer­to, veder­lo su uno scher­mo e non dal vivo fa tut­to un altro effet­to, ma, anche così, rie­sce a coin­vol­ge­re in manie­ra ecce­zio­na­le.

Vin­cent Van Gogh: l’odore assor­dan­te del bian­co

2019 – tea­tro vascel­lo di roma – 87 min

 

Attrat­ta da que­sto tito­lo sine­ste­ti­co (e dal nome di Van Gogh, sono bana­le, lo ammet­to) non ho potu­to fare a meno di veder­mi anche que­sto spet­ta­co­lo. Non avrei potu­to fare scel­ta miglio­re.

Ales­san­dro Pre­zio­si veste i pan­ni di un Van Gogh tren­ta­seien­ne che, chiu­so in mani­co­mio, non rie­sce più a distin­gue­re il vero dal fal­so (e con lui non ci rie­sce nem­me­no lo spet­ta­to­re).

Il cast è ecce­zio­na­le, il testo stu­pen­do. Ogni fra­se è una poe­sia. For­se è per que­sti moti­vi che il tema del­la paz­zia, sep­pur trat­ta­to pro­fon­da­men­te, non appe­san­ti­sce lo spet­ta­co­lo.

Cosa pos­so dire? Con­si­glia­tis­si­mo.

Bene cari: il nostro viag­gio è fini­to.

Vi lascio qui i link degli spet­ta­co­li di cui vi ho par­la­to oggi, in caso fos­si riu­sci­ta ad incu­rio­sir­vi.

Buo­na visio­ne!

Ele­na Poz­zi