lettura, immagini, mente, personaggi, autori

CHE COSA VEDIAMO QUANDO LEGGIAMO?

Che cosa vedia­mo quan­do leg­gia­mo? è un sag­gio, o meglio un libro dal­la strut­tu­ra dav­ve­ro par­ti­co­la­re, che stu­dia ed espo­ne qua­li mec­ca­ni­smi met­ta in atto la nostra men­te nel momen­to in cui andia­mo a leg­ge­re qual­sia­si cosa. Già dal­la pri­ma pagi­ne ho capi­to che era il libro giu­sto per la situa­zio­ne di bloc­co in cui mi tro­va­vo da ormai un mese e mez­zo. Che dire, da una set­ti­ma­na leg­go di nuo­vo con pia­ce­re.

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Ini­zian­do la let­tu­ra pagi­na dopo pagi­na e tro­van­do rife­ri­men­ti ad alcu­ni dei miei libri pre­fe­ri­ti, mi sono accor­ta che non ave­vo mai fat­to caso alle poche infor­ma­zio­ni che ci ven­go­no date per costrui­re nel­la men­te il loro aspet­to, ma che sono suf­fi­cien­ti per imma­gi­nar­ne i trat­ti prin­ci­pa­li. Nel libro si par­la, ad esem­pio, di Anna la pro­ta­go­ni­sta di Anna Kare­ni­na, e non ave­vo mai con­si­de­ra­to che Tol­stoj descri­ves­se i suoi capel­li, il can­do­re del­la sua pel­le, la pro­fon­di­tà del suo sguar­do e la sua figu­ra mor­bi­da. Ma quan­to ci ser­ve per ave­re un’immagine com­ple­ta del per­so­nag­gio di Anna?

Da quan­do ho let­to que­ste pagi­ne, tro­van­do­mi ad ini­zia­re un nuo­vo libro fac­cio atten­zio­ne a que­sto par­ti­co­la­re, e così per il roman­zo di Ali­son Weir Cate­ri­na d’Aragona. La vera regi­na ho nota­to che le descri­zio­ni che abbia­mo del­la pro­ta­go­ni­sta non sono così esau­sti­ve da per­met­ter­ci di imma­gi­nar­la a 360. Que­sto è un fat­to mol­to par­ti­co­la­re, per­ché ci tro­via­mo immer­si nei pen­sie­ri e nel­le vite di mol­tis­si­mi per­so­nag­gi, gio­ia­mo e sof­fria­mo con loro, ma le descri­zio­ni fisi­che non sono poi così così esat­te. 

Lo stes­so ragio­na­men­to può anche esse­re appli­ca­to ai luo­ghi in cui la sto­ria andrà a svol­ger­si, abbia­mo una visio­ne d’insieme di alcu­ne carat­te­ri­sti­che, ma poi sta a noi e alla nostra imma­gi­na­zio­ne com­por­re un qua­dro com­ple­to. Io in que­sto caso ten­do ad imbro­glia­re per­ché se ci sono dei luo­ghi real­men­te esi­sti­ti, come piaz­ze, castel­li, monu­men­ti vado a cer­ca­re tut­to su inter­net. Anche la scel­ta del nar­ra­to­re influi­sce enor­me­men­te sul­la per­ce­zio­ne del­la sto­ria; io per­so­nal­men­te pre­fe­ri­sco un nar­ra­to­re ester­no, non amo mol­to leg­ge­re tut­ti i pen­sie­ri di un per­so­nag­gio, a meno che non ci sia­no più pun­ti di vista.

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In que­sti gior­ni ho ini­zia­to inol­tre l’autobiografia di Mat­thew McCo­nau­ghey Green­lights, per vede­re se i prin­ci­pi di Che cosa vedia­mo quan­do leg­gia­mo? fos­se­ro appli­ca­bi­li anche lì, e devo dire che lo sono in par­te. Sarà che è un libro ric­co di imma­gi­ni, sarà che ho per­fet­ta­men­te idea dell’aspetto e del modo di fare di Mat­thew, ma sul­la sua fami­glia, se non ci fos­se­ro le imma­gi­ni, saprei solo che suo padre era un uomo mol­to alto e robu­sto, e che suo fra­tel­lo alle supe­rio­ri si era fat­to tal­men­te cre­sce­re i capel­li che lo vole­va­no espel­le­re dal­la squa­dra di foot­ball. 

Che cosa vedia­mo quan­do leg­gia­mo? è un libro che io con­si­glio a chiun­que, un libro che mostra come fun­zio­na la nostra imma­gi­na­zio­ne e su qua­li basi i vari auto­ri scri­vo­no i loro libri. Un viag­gio affa­sci­nan­te e illu­mi­nan­te che mi ha per­mes­so, d’ora in avan­ti, di fare caso a mol­tis­si­mi par­ti­co­la­ri a cui pri­ma non bada­vo affat­to, ma che sono dav­ve­ro impor­tan­ti.

Di Isa­bel­la Cra­veia