COVID, VACCINI E FAKE NEWS

C’è poco da dire, le noti­zie fal­se sono sem­pre cir­co­la­te, ma la comu­ni­ca­zio­ne digi­ta­le ha enor­me­men­te amplia­to la loro dif­fu­sio­ne. I flus­si infor­ma­ti­vi si mol­ti­pli­ca­no a dismi­su­ra, e alla fine è anche un po’ com­pi­to nostro non “cade­re in trap­po­la”. Come? Evi­tan­do di cre­de­re a tut­to ciò che leg­gia­mo, cer­can­do sem­pre le fon­ti e veri­fi­can­do­le.

Il team del­lo Sba­glia­to si è quin­di dedi­ca­to alla ricer­ca del­le noti­zie più assur­de in cir­co­la­zio­ne: tra com­plot­ti che vor­reb­be­ro l’istituzione del fasci­smo medi­co come sti­le di vita e chi affer­ma che non tagliar­si la bar­ba pos­sa evi­ta­re la dif­fu­sio­ne del virus, la lista è dav­ve­ro lun­ga. 

(La fake news è sta­ta trat­ta da falsascienza.it, sito in cui nes­su­na del­le noti­zie pre­sen­ti è sta­ta rico­no­sciu­ta dal­la comu­ni­tà scien­ti­fi­ca e in cui la pan­de­mia è pre­sen­ta­ta come un ingan­no glo­ba­le da par­te dell’OMS. Riman­dia­mo al link per mag­gio­ri infor­ma­zio­ni)

I lea­der mon­dia­li si sta­reb­be­ro pre­pa­ran­do, gra­zie al per­fe­zio­na­men­to del­le loro stra­te­gie di loc­k­do­wn, allo svi­lup­po di una nuo­va eco­no­mia mon­dia­le, che intro­du­ce il fasci­smo medi­co come uno sti­le di vita per­ma­nen­te.
In real­tà, i lea­der dei pae­si col­pi­ti da coro­na­vi­rus han­no cer­ca­to di riman­da­re il più pos­si­bi­le que­sti momen­ti di chiu­su­ra tota­le (o par­zia­le). I loc­k­do­wn han­no effet­ti diret­ti sul­le atti­vi­tà pro­dut­ti­ve di ogni Sta­to, ed è inte­res­se dei gover­ni tute­lar­le al mas­si­mo. Pur­trop­po, per evi­ta­re un nume­ro di mor­ti trop­po alto, sia­mo costret­ti a star­ce­ne a casa il più pos­si­bi­le, è anche nostro inte­res­se impe­di­re la dif­fu­sio­ne del virus; in que­sto modo pos­sia­mo sal­va­re i nostri non­ni, geni­to­ri, e per­ché no, anche noi stes­si.

Mai sen­ti­ta noti­zia più fal­sa. Lo stru­men­to dia­gno­sti­co più affi­da­bi­le è il tam­po­ne mole­co­la­re naso-oro­fa­rin­geo, il qua­le con­sen­te di rile­va­re il geno­ma (RNA) del virus Sars-Cov-2.
Come? Attra­ver­so la PCR o Poly­me­ra­se Chain Reac­tion (rea­zio­ne a cate­na del­la poli­me­ra­si), una tec­ni­ca di bio­lo­gia mole­co­la­re che ha lo sco­po di indi­vi­dua­re ampli­fi­ca­re il DNA pre­le­va­to da un cam­pio­ne, andan­do a indi­vi­dua­re la “trac­cia” geno­mi­ca del Sars-Cov-2. La pos­si­bi­li­tà di ave­re fal­si posi­ti­vi è quin­di remo­ta.

A smen­ti­re que­sta fake news ci pen­sa il Mini­ste­ro del­la Salu­te … anche se ci vuo­le corag­gio per cre­de­re ad una tale affer­ma­zio­ne! 

Pur­trop­po non è vero, per quan­to l’ alcol sia alla base dei gel disin­fet­tan­ti che tut­ti cono­scia­mo, un con­su­mo rego­la­re di alco­li­ci non pro­teg­ge da infe­zio­ni, tan­to meno dal Covid-19.

L’ uni­co modo per pre­ve­ni­re il con­ta­gio è segui­re le nor­me pre­vi­ste dal Mini­ste­ro, se ci potes­si­mo pro­teg­ge­re con un bic­chie­ri­no di rum… sarem­mo già tut­ti ubria­chi. 

Fal­so! Per quan­to lo yoga sia una pra­ti­ca che favo­ri­sce la pro­du­zio­ne di col­la­ge­ne nei tes­su­ti, man­tie­ne gio­va­ne il cor­po e miglio­ra la capa­ci­tà respi­ra­to­ria, non può in alcun caso pro­teg­ge­re dall’ infe­zio­ne da Coro­na­vi­rus. 

Tut­ta­via per chi si tro­va in zona ros­sa potreb­be esse­re un buon pas­sa­tem­po. 

È vero, tut­ta­via, che esi­sto­no cibi ric­chi di anti­os­si­dan­ti e che pos­so­no rin­for­za­re il nostro siste­ma immu­ni­ta­rio. Que­sti cibi, mol­to con­si­glia­ti in Inver­no pro­prio per le loro qua­li­tà, sono: mir­til­li, aran­ce, caro­te, spi­na­ci, frut­ta sec­ca, frut­ti di mare, gin­seng, cur­cu­ma e altri. 

Atten­zio­ne! Per quan­to que­sti cibi sia­no salu­ta­ri non pos­so­no pro­teg­ge­re dal Coro­na­vi­rus! 

Tagliar­si la bar­ba evi­ta il con­ta­gio

Ovvia­men­te non c’è nien­te di più fal­so! Nasce tut­to da info­gra­fi­ca del cen­tres for Disea­se Con­trol and Pre­ven­tion in cui vie­ne mostra­to il modo più cor­ret­to di uti­liz­za­re una masche­ri­na, com­pa­ran­do tra loro diver­si tipi di rasa­tu­ra.

Fare gar­ga­ri­smi con la can­deg­gi­na, oppu­re assu­me­re eta­no­lo o meta­no­lo, pro­teg­ge dall’infezione da nuo­vo Coro­na­vi­rus.

Nul­la di tut­to que­sto è vero: nono­stan­te il pare­re medi­co di Trump pos­sia­mo sta­re tran­quil­li. 

Per appro­fon­di­re ulte­rior­men­te que­ste noti­zie, la mag­gior par­te del­le qua­li trat­te dal sito del mini­ste­ro del­la salu­te, vi riman­dia­mo diret­ta­men­te a que­sto link, dove è pos­si­bi­le tro­va­re la smen­ti­ta di qual­sia­si tipo di fake news sul Covid 19 e sul nuo­vo vac­ci­no. 

Spes­so infat­ti l’importanza che rive­sto­no le fal­se noti­zie vie­ne sot­to­va­lu­ta­ta: ci ritro­via­mo cir­con­da­ti da noti­zie al limi­te del ridi­co­lo e infor­mar­si con­sa­pe­vol­men­te diven­ta una sfi­da. 

Il dia­lo­go con la socie­tà dovreb­be esse­re la “ter­za mis­sio­ne” del­le Uni­ver­si­tà dopo istru­zio­ne e ricer­ca, ma spes­so que­sto aspet­to vie­ne mes­so in secon­do pia­no.

Diver­se fal­se noti­zie sono mes­se in cir­co­la­zio­ne da arti­co­li pub­bli­ca­ti su alcu­ne rivi­sti che non risul­ta­no esse­re peer-reviewed. Cosa signi­fi­ca? Che è pos­si­bi­le scri­ve­re tut­to ciò che si vuo­le pagan­do, in modo da aumen­ta­re la pro­pria visi­bi­li­tà. 

La peer review, o valu­ta­zio­ne tra pari, è obbli­ga­to­ria per arti­co­li che abbia­no una base soli­da ed auten­ti­ca. È una pro­ce­du­ra che per­met­te di sele­zio­na­re gli arti­co­li pro­po­sti dai ricer­ca­to­ri, ed è mes­sa in atto da esper­ti del set­to­re, che avran­no il com­pi­to di valu­ta­re se il con­ten­to è ido­neo alla pub­bli­ca­zio­ne.

Il pro­ble­ma è che spes­so le fake news han­no un bri­cio­lo di vero­so­mi­glian­za, quel­le più peri­co­lo­se non sono quel­le assur­de, ma quel­le che sem­bra­no ave­re del­le basi di veri­di­ci­tà. Ed è qui che entra in gio­co il 

Debun­king e la figu­ra del “debun­ker”, ovve­ro una per­so­na che si occu­pa di smen­ti­re le noti­zie fal­se. In que­sto perio­do in cui l’informazione è per lo più digi­ta­le, si fa sem­pre mag­gio­re ricor­so a que­sta figu­ra, che ha il prin­ci­pa­le com­pi­to di veri­fi­ca­re l’attendibilità del­le fon­ti.

Vivia­mo in un mon­do in cui è sem­pre più dif­fi­ci­le distin­gue­re ciò che è vero da ciò che è fal­so, e pro­prio per que­sto dovre­mo diven­ta­re noi stes­si “debun­ker”.

Di Eri­ka Heri­tier, Fran­ce­sca Mala­va­si e Maria­chia­ra Samo­rè