
“Ciao amici, voglio condividere con voi che sono trans”. Lo scorso 1 dicembre la star canadese (Juno, Inception, X-Men) annuncia pubblicamente, tramite il proprio profilo Instagram, di aver cambiato genere e nome.
Lo conoscevamo con un nome diverso, Ellen: nel 2007 la candidatura all’oscar (per la sua interpretazione in Juno), nel febbraio 2014 il coming out, nel 2018 il matrimonio con Emma Portner e quest’anno l’annuncio del cambio genere.
Elliot Page (classe 1987) già nel 2014 aveva annunciato la propria omosessualità durante una conferenza di sensibilizzazione sui problemi della comunità gay, tenutasi a Las vegas (qui il video). «Sono qui oggi perché sono omosessuale. E perché forse posso fare la differenza»: fare la differenza per una Hollywood e un mondo più inclusivo.
Oggi Elliot Page si rivela ancora, dichiarando, con una naturale sincerità e gratitudine, di aver concluso il passaggio di sesso a cui si è sottoposto; l’attore ringrazia i fan per il sostegno e l’amore che sono riusciti a dimostrare durante questo delicato periodo.
Nel suo messaggio, l’attore parla delle sue fragilità, fragilità che accomunano tutte le persone transgender, ancora troppo discriminate e poco tutelate.
Elliot Page si fa portavoce di una comunità che cerca rispetto, accettazione, parità di trattamento e diritti, in una parola: normalità.
Nella società in cui viviamo la differenza (nel senso ampio del termine) non è ancora considerata normalità; è pertanto necessario che persone dall’ampia visibilità cerchino di abbattere luoghi comuni, di diffondere messaggi di speranza per quelle persone che non si sentono rappresentate.
Non è affatto scontato che, in un ambiente come quello hollywoodiano, una star del cinema si esponga in questo modo. La recente miniserie Netflix “Hollywood” creata da Ryan Murphy, rivela proprio un mondo dello spettacolo fatto di ingiustizie e pregiudizi legati all’origine socio-culturale, alla sessualità e al sessismo: una serie di discriminanti che si nascondo dietro una realtà apparentemente perfetta, ma che difatti detta condizioni e impone restrizioni alle vite delle personalità che ne fanno parte.
Elliot Page, attivista e vicino alle posizioni femministe ha da sempre sostenuto le sue posizioni con chiarezza; durante il corso della presidenza Trump ha, a più riprese, attaccato il governo repubblicano, accusato di alimentare il clima d’odio diffuso negli Stati Uniti.
Di seguito è riportato parte del discorso che l’attore canadese pronunciò, in diretta tv, lo scorso anno durante una puntata del “The Late Show with Stephen Colbert”:
‘E’ impossibile non sentirsi così arrabbiati con il Presidente e il Vicepresidente Mike Pence, che vorrebbe io non fossi sposata, diciamolo chiaramente. Il Vicepresidente degli Stati Uniti d’America non vuole che io ami mia moglie. Vorrebbe vietarlo in Indiana, lui crede nelle terapie di conversione. Quando era Governatore dell’Indiana ha causato così tanto dolore alla comunità LGBT. E penso che quello che ci serve e quello che spero faremo è unire i puntini. Questo è quello che sta accadendo. Se sei in una posizione di potere e odi certe persone, vuoi causar loro dolore, cercando il conflitto, passando la tua vita a provocare sofferenza, cosa credi che succederà? Cosa otterrai? I bambini saranno vittime di abusu, si toglieranno la vita. Le persone saranno aggredite per strada. Ho girato il mondo e ho incontrato le persone più emarginate che esistano. Ho la fortuna di potervelo raccontare e il privilegio di poterlo dire. Questa fottuta situazione deve finire’.
L’attore canadese insiste sulla sua posizione “privilegiata”, da sfruttare per poter diffondere messaggi inclusivi e rappresentare quella società che non ha voce.
Le sue recenti dichiarazioni hanno suscitato, come di consueto, dibattiti sui social: gratitudine, sostegno, ma anche polemiche e accuse.
Ma Elliot Page continua a esporsi, facendosi portavoce di tutti coloro che intraprendono le battaglie per un mondo diverso.
Beatrice Tagliapietra
Parole chiave: ElliotPage, Juno, Hollywood