
“Dopo il silenzio, ciò che meglio descrive l’inesprimibile è la musica”.
La frase dello scrittore britannico Aldous Huxley racchiude il segreto dell’ “arte delle muse”, una forma di espressione fatta di suoni, battiti e parole che esiste fin dall’antichità ma della quale, ancora oggi, non si conoscono tutti i dettagli.
Spesso tra le note si trovano risposte a domande che non ci siamo mai posti, emozioni imprevedibili che non abbiamo mai cercato. Spesso una canzone ti raggiunge senza che tu debba fare un solo passo e in questi casi non c’è bisogno di chiedersi il “perché”.
La scienza si interroga da sempre sugli effetti che la musica ha sulla mente umana e le recenti scoperte hanno messo in luce diversi aspetti. Eccone alcuni:
Memoria
La musica riesce a stimolare il ricordo, induce ad un ascolto attivo ed influisce sui livelli di concentrazione e attenzione. Alcuni studi mostrano come l’esposizione ad una musica bassa durante il sonno accresca la capacità mnemonica, grazie alla sincronia che si crea tra le onde sonore e quelle cerebrali. Si genera una sintonia anche tra i due emisferi del cervello quando siamo immersi in una canzone, perché quest’ultima riesce a stimolare la parte destra della mente tramite le emozioni che induce e la parte sinistra attraverso il linguaggio verbale di cui è composta. Dopo un solo ascolto siamo in grado di ricordare la melodia e qualche parola del ritornello e, se il brano ci ha colpito, in un attimo l’intero testo diventa parte di noi e viene archiviato nella nostra memoria emozionale.
Emozioni
La musica è un linguaggio che si basa principalmente sulle emozioni. Una canzone può portare ad un dialogo emotivo con noi stessi e con il mondo, dove ciò che conta è la comprensione degli stati d’animo che ci attraversano di continuo. La musica è anche questo: una guida per capirci e capire gli altri, per riconoscere le sfumature delle emozioni che proviamo, andando alla scoperta delle infinite tonalità che si nascondono dietro una sensazione. Le melodie che ascoltiamo facilitano il nostro modo di riconoscere le emozioni perché attivano i neuroni a specchio. Questi ultimi permettono di comprendere le azioni altrui tramite il meccanismo dell’imitazione: di fronte ad una situazione si attivano gli stessi neuroni che entrano in funzione quando siamo noi a viverla. Riusciamo quindi a provare ciò che un brano evoca perché facciamo riferimento inconsapevolmente alla nostra percezione dell’emozione trasmessa.
Socialità
La musica avvicina, connette, crea e rafforza legami che spesso non possono essere spiegati a parole. E’ un’attività sociale che aumenta il senso di appartenenza al gruppo se svolta insieme. Balliamo coordinando i passi, cantiamo sincronizzando le voci e suoniamo seguendo gli strumenti. I movimenti scanditi dal ritmo danno origine a connessioni empatiche e trasportano l’azione di un singolo in un processo collettivo. La musica diventa un luogo di ritrovo impalpabile e invisibile, ma soprattutto può essere un punto di incontro tra persone apparentemente distanti. Infatti condividere i gusti musicali con qualcuno è spesso sinonimo di affinità, o è ritenuto tale, perché significa avere in comune pensieri e atteggiamenti.
Conoscenza
La musica migliora l’apprendimento, affinando le nostre abilità riflessive ed enfatizzando le capacità visive. L’effetto Mozart lo dimostra. La teoria scientifica del 1993 sostiene infatti che l’ascolto della sonata in re maggiore porti ad un aumento temporaneo delle capacità di apprendimento. Nell’esperimento gli individui vennero sottoposti ad un test di ragionamento; alcuni di essi però ascoltarono, prima della prova, il brano di Mozart e ottennero risultati in media maggiori rispetto all’altro gruppo di persone rimaste in silenzio.
Umore
L’ascolto di una canzone è nella maggior parte dei casi attivo, nonostante possa sembrare il contrario, e questo impegno migliora l’umore amplificando l’esperienza. La musica infatti conduce verso una maggiore attenzione, anche in quei momenti dove ascoltiamo per non pensare a niente ed evadere dalla realtà. Come questo influisce sullo stato d’animo? La risposta è nella concezione di segmentazione degli eventi. L’uomo ha la capacità di suddividere il flusso di eventi che compongono un’esperienza per comprenderla al meglio e la musica aiuta a sviluppare questa abilità sottoponendoci ad un flusso di parole e suoni. Il risultato è un’immersione profonda nelle situazioni, una comprensione del loro significato e un conseguente miglioramento dell’umore.
Gli effetti che la musica ha su di noi non possono essere racchiusi in così poche righe e nemmeno in tutte le più sensazionali ricerche. Il potere delle melodie rimane un enigma da decifrare che continua ad affascinare studiosi e non, un mistero che va oltre la scienza e che può essere svelato solo ascoltando. Quindi mettetevi le cuffie, alzate il volume e chiudete gli occhi.
Sofia Ciccotta