Lo conosci Ted?
Se la risposta è no, significa che ti sei perso una pietra miliare tra le sitcom comedy di tutti i tempi, How I Met Your Mother, e l’unica giustificazione che ti concediamo è il non voler tradire Friends.
Se la risposta è sì, abbiamo un’altra domanda per te. La conosci Sophie? E’ la protagonista di How I Met Your Father, spin-off della nota serie appena sbarcato sulla piattaforma americana di streaming Hulu. Qui in Italia arriverà il 9 marzo su Disney+ ma già adesso se ne sente parlare e i fan di HIMYM sono impegnati nella ricerca di somiglianze e differenze con l’originale. Secondo noi c’è un aspetto che più degli altri la rende indipendente dalla sua sorella maggiore e oggi ve lo raccontiamo.

Tanto attesa quanto temuta, How I Met Your Father è finalmente uscita allo scoperto confermando i presentimenti che qualcuno aveva da tempo. Veggenti? Visionari? In realtà no, semplicemente attenti perché i produttori di How I Met Your Mother, Carter Bays e Craig Thomas, avevano già provato a proporre un remake al femminile con Greta Gerwig come protagonista, ma il tentativo non era andato a buon fine e il progetto venne accantonato.
Decisero di riprovarci più tardi Isaac Aptaker e Elizabeth Berger ed ecco che oggi, dopo ben 7 anni, si annuncia l’uscita di una nuova storia alla Ted Mosby che capovolge la prospettiva e rinnova il contesto.
How I Met Your Father mantiene struttura narrativa, ambientazioni e stile di HIMYM ma modifica totalmente i personaggi e la realtà in cui si trovano. Siamo infatti passati a un prossimo futuro e troviamo una narratrice, Sophie (Hilary Duff), che racconta al figlio di come ha conosciuto il papà, ripercorrendo la sua vita tramite un grande flashback che ha inizio nell’anno 2021. Gli ingredienti sono quelli che già conosciamo: un gruppo di amici molto affiatato, un abbondante misurino di comicità, un pizzico di confusione e amore q.b.

L’elemento che però permette di prendere le distanze da How I Met Your Mother lo si percepisce dando uno sguardo al cast della serie. Inclusivo e variegato, quasi a sottolineare una nuova visione della società e a rappresentare i valori che oggi vengono rivendicati. I sei personaggi, oltre che per personalità, si differenziano per background socio-economico, orientamento sessuale e per il loro passato.
Questa scelta serve da un lato a raggiungere un pubblico sempre più sensibile rispetto alle rappresentazioni che i media veicolano degli individui, dall’altro a riflettere la realtà attuale e contribuire alla normalizzazione della diversità. Lo dice Hilary Duff durante un’intervista per la rivista statunitense Out: “Ciò che rende il nostro show davvero speciale è che stiamo coprendo tutto il terreno della sessualità, del genere, dell’etnia e degli argomenti che sono in primo piano in questo momento.”.
La formula che è stata utilizzata per How I Met Your Father somma quindi le solide basi della versione “madre” con nuovi dettagli per stare al passo con i tempi e garantire una maggiore rappresentatività alla New York sfaccettata che conosciamo oggi. Sfruttare la nostalgia da How I Met Your Mother e (forse) la delusione da finale è sembrata ai creatori la soluzione perfetta, ma la critica la pensa diversamente.
Se l’intento era duplicare la stessa chimica che si era creata tra il pubblico e gli amici di Ted Mosby riportandola nel presente, quello che si è ottenuto è per molti una brutta copia dell’originale con espedienti narrativi prevedibili e comicità forzata. Alcuni sono invece meno severi e sostengono che non sia corretto paragonare una serie agli inizi del suo percorso con un colosso già consolidato nella memoria collettiva.
Noi ci chiediamo se questa attenzione alla diversità e il senso di familiarità che vuole trasmettere basterà per reggere il confronto con il predecessore, se riusciremo a sentirci di nuovo parte di quell’universo di leggerezza e sentimenti. Per rispondere a queste domande non ci resta che guardare i primi episodi e scoprire se, in qualche modo, anche How I Met Your Father ha speranza di diventare una serie “leggen… non ti muovere… daria! Leggendaria!”.