Avete presente quando trovate un libro che vi coinvolge al punto da farvi sentire parte della storia, da farvi vivere in un’altra epoca e dall’altra parte del mondo? Ecco, è esattamente ciò che è accaduto tra me e I sette mariti di Evelyn Hugo. Aspettavo questa uscita letteraria ormai da due anni credo e quando finalmente è arrivato il momento ho accantonato tutte le letture che avevo in corso e ho lasciato che le parole mi cullassero e mi portassero altrove.

Tutto inizia con una giovane giornalista, Monique Grant, la quale viene incaricata di scrivere un articolo proprio sulla protagonista, Evelyn Hugo, la quale non concedeva interviste da davvero molti anni.
Monique Grant ha tra le mani l’occasione della sua vita, un articolo che darà la svolta alla sua carriera. Ancora non sa però che Evelyn non ha alcuna intenzione di collaborare all’articolo, vuole invece raccontarle tutta la sua vita così che lei possa scriverne una biografia ufficiale, da pubblicare solo postuma.
Nel momento in cui Evelyn inizia a raccontarsi capiamo subito che avremo a che fare con un personaggio unico, dalle mille sfumature; spesso la troveremo egoista ed insopportabile, ma allo stesso tempo non riusciremo a fare a meno di metterci nei suoi panni. Incontreremo Evelyn non ancora famosa, non ancora attrice, che si sposa solo per sfuggire a suo padre, al posto fatiscente in cui è nata e in cui ha vissuto fino a quel momento, per andare ad Hollywood.
Ad Hollywood non è tutto facile come sembra, ma con molta determinazione e strategie ben calcolate la nostra protagonista riuscirà pian piano a crearsi una nuova immagine e ottenere i primi ruoli in film minori. L’ostacolo per la sua carriera sembra essere il marito, un operaio che con l’ambiente del cinema non c’entra nulla. Infatti Evelyn otterrà presto il suo primo divorzio e inizierà a frequentarsi con un attore molto importante, Don Adler.

Per la prima volta sentirà di amare qualcuno. Scatterà così il secondo matrimonio, ma con l’ascesa di Evelyn, l’amicizia di lei con una giovane attrice, Celia St James (un rapporto più profondo di una semplice amicizia, ma non dico altro per non fare spoiler) e i tradimenti del marito, sfocerà in violenza e in un conseguente divorzio che però porterà Ev lontano da Hollywood. A quel punto dovrà rimettere in luce il suo nome e per farlo sceglierà il cinema francese e il regista Max Girard, che diventerà il suo sesto marito e che le permetterà di tornare sulle scene di Los Angeles, dove ad aspettarla ci sono Celia e Harry Cameron, suo migliore amico e quinto marito.
Una storia travagliata quella di Evelyn e dei suoi mariti, in ordine: Ernie Diaz, Don Adler, Mick Riva, Rex North, Harry Cameron, Max Girard e Robert Jamison. Ma chi è stato il vero amore di Evelyn Hugo? beh questo non posso rivelarvelo se no la lettura di questa storia perderebbe del tutto il suo fascino…

L’altra grande incognita che fino alle ultime pagine ci lascia senza una vera risposta è: perché proprio Monique Grant?
Un viaggio bellissimo tra la Hollywood e l’Europa degli anni d’oro del cinema, tra i divi più famosi dell’epoca e un flusso di ricchezza senza fine, perché alla fine anche i soldi sono una componente importante della storia di Evelyn, perchè per lei che parte con niente il denaro sarà qualcosa di importante e che la porterà a prendere un sacco di decisioni importanti; così come il voler avere una determinata immagine e una determinata apparenza le porteranno via alcune delle persone più importanti di tutta la sua vita.
Isabella Craveia