Si può fare teatro anche online? O MEGLIO si può trovare un modo nuovo di fare teatro… più adatto al contesto coviddico in cui ci troviamo?
Evidentemente sì. E questo ce lo dimostra il nuovo podcast targato Sagome di Sabbia: “Le voci dell’ultima notte”.
Si tratta di un podcast teatrale liberamente ispirato a “Talk Radio” di Eric Bogosian, curato da Emanuele Ingrosso e Alessandro Gatti, tutor dell’associazione.
Questo “spettacolo” è il risultato di dieci lezioni tenute su Teams. Eggià: questo progetto nasce, cresce e corre online.
Un po’ triste? Beh certo, non poter tocchicciare le persone con cui reciti è sempre un po’ limitante, ma forse il testo scelto è particolarmente adatto a questo format.
“Le voci dell’ultima notte”…o meglio “Talk Radio” parla infatti di una trasmissione radiofonica.

Barry Champlain conduce Voci nella notte, “la diretta più famosa e controversa di Cleveland” e la vicenda si svolge l’ultima sera prima che la trasmissione passi in nazionale.
Il format del programma è molto semplice: chiamate su chiamate. Gli ascoltatori alzano la cornetta e raccontano a Barry tutti i loro problemi, le loro paure, gli affidano i loro appelli…non che la voce all’altro capo del telefono sia sempre ben disposta nei loro confronti, MA VE LO LASCERÒ SCOPRIRE DA SOLI.
Non è la prima volta che “Talk Radio” lascia il palcoscenico per altri media.
Nell’88 esce infatti l’omonimo film che, evidentemente, almeno Wikipedia considera più importante dello spettacolo in sé, visto che è il primo risultato (se non l’unico) che otterrete cercando “Talk Radio” su internet.
Chissà: magari d’ora in poi anche il film verrà a sua volta spodestato dal podcast.
Ma perché dovreste mai ascoltare un podcast teatrale e, più nello specifico, “Le voci dell’ultima notte”?

- È un bel modo per supportare il teatro e chi, in questo periodo un po’ così, ha delle idee alternative.
- Gli attori sono tutti ggggiovani. Voci fresche, nuove, frizzantine.
- Ci sono io. Quindi beh…non si può trattare che di un capolavoro.
- Le (dieci) puntate durano solo dieci minuti l’una, quindi potete interrompere quando volete senza dover spezzare l’ascolto in punti a caso.
- Tra la Dad e le altre cose non se ne può più di stare incollati agli schermi dei nostri computer: magari questo spettacolo-audio riuscirà finalmente a fornire un po’ di sollievo ai nostri poveri occhietti.
- Come diceva Finardi: “Con la radio si può scrivere leggere o cucinare. Non c’è da stare immobili seduti lì a guardare. E forse è proprio quello che me la fa preferire: è che con la radio non si smette di pensare.” (dai ditemi che avete colto la cit e che non sono vecchia dentro solo io).
- “Talk Radio” non è uno spettacolo estremamente conosciuto quindi con ogni probabilità sentirete qualcosa di nuovo… o almeno non qualcosa di trito e ritrito fino all’inverosimile.
- È su Spotify, Spreaker, Apple Podcasts, Google Podcasts, Podcast Addict, Amazon Audible, Podchaser e molte altre piattaforme per l’ascolto dei podcasts, quindi super fruibile e quasi del tutto gratis.
Ci sarebbero mille altri buoni motivi per ascoltare “Le voci dell’ultima notte” ma in redazione mi picchiano se vado avanti con questo elenco puntato. PERCIÒ mi limiterò a dirvi che ogni venerdì trovate online un nuovo episodio del podcast (il primo è già online!), quindi correte a sentirlo: ne vale la pena.
Qui vi lascio altre due cosine carine: un altro podcast un po’ meno teatrale ma sempre made in Sagome di sabbia e l’intervista (con qualche problema audio ma tanta allegria) che abbiamo fatto con loro qualche giorno fa.
Buon ascolto!
La cosa mi intrippa: bravi tutti per questa creatività allo stato puro!