licoricepizza, paulthomasanderson, alanahaim, cooperhoffman, anni 70


Licorice Pizza – Tra leggerezza e nostalgia

C’era una volta…

Lico­ri­ce Piz­za è ambien­ta­to nel­la Cali­for­nia degli anni ’70, nel­lo spe­ci­fi­co nel­la San Fer­nan­do Val­ley del­la con­tea di Los Ange­les del 1973.

Il tito­lo di per sé non ha alcun lega­me con gli even­ti nar­ra­ti: fa sem­pli­ce­men­te rife­ri­men­to ad una cate­na cali­for­nia­na di nego­zi di dischi mol­to popo­la­re negli anni ’70.

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I pro­ta­go­ni­sti del­la sto­ria sono la ven­ti­cin­quen­ne Ala­na Kane (Ala­na Haim) e il quin­di­cen­ne Gary Valen­ti­na (Coo­per Hof­f­man): due ragaz­zi che, nono­stan­te le dif­fe­ren­ze ana­gra­fi­che, strin­ge­ran­no un for­te lega­me.

Il loro rap­por­to tut­ta­via farà fati­ca a sboc­cia­re com­ple­ta­men­te e li man­ter­rà a lun­go in una con­di­zio­ne di stal­lo, in bili­co tra l’essere solo ami­ci e l’essere qual­co­sa di più.

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Que­sta a gran­di linee è la sto­ria di fon­do del film: una tra­ma che se con­si­de­ra­ta in super­fi­cie può sem­bra­re bana­le e già vista. La bel­lez­za di que­sto film sta infat­ti pro­prio nel modo in cui Paul Tho­mas Ander­son rea­liz­za la mes­sa in sce­na.

I colo­ri, i costu­mi, la rico­stru­zio­ne sce­no­gra­fi­ca, le musi­che, le inter­pre­ta­zio­ni, le lun­ghe car­rel­la­te sono tut­ti ele­men­ti che,  dosa­ti dal­la mano e dall’occhio sapien­te del regi­sta, con­tri­bui­sco­no ad infon­de­re al film un mood nostal­gi­co, spen­sie­ra­to e spon­ta­neo: la for­za del rac­con­to.

Que­ste carat­te­ri­sti­che avvi­ci­na­no Lico­ri­ce Piz­za ad un altro film il cui ele­men­to cen­tra­le era più l’atmosfera che la tra­ma stes­sa: C’era una vol­ta a… Hol­ly­wood (2019, Quen­tin Taran­ti­no).

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Il risul­ta­to è quin­di una sor­ta di fia­ba d’amore che si svi­lup­pa in un con­te­sto di stra­vol­gi­men­ti poli­ti­ci, eco­no­mi­ci e cul­tu­ra­li: gli anni ‘70. La guer­ra del Viet­nam e la cri­si del petro­lio del 1973 sono due esem­pi fon­da­men­ta­li che, se con­si­de­ra­ti alla luce dei recen­ti avve­ni­men­ti, van­no a crea­re un paral­le­li­smo a trat­ti grot­te­sco con la nostra epo­ca.

Gary e Alana

Lico­ri­ce Piz­za ha il suo ful­cro essen­zia­le pro­prio nel rap­por­to tra i due pro­ta­go­ni­sti, inter­pre­ta­ti in manie­ra subli­me dal­la can­tan­te Ala­na Haim, al suo debut­to come attri­ce, e da Coo­per Hof­f­man, figlio del com­pian­to Phi­lip Sey­mour Hof­f­man.

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Tan­to i due atto­ri quan­to i per­so­nag­gi che inter­pre­ta­no sono quin­di a due pun­ti mol­to diver­si nel­le loro vite. Gary è un quin­di­cen­ne spa­val­do e ami­che­vo­le, Ala­na è inve­ce una ragaz­za ven­ti­cin­quen­ne che sta anco­ra cer­can­do di tro­va­re il suo posto nel mon­do.

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L’incontro tra i due dà ini­zio ad una ami­ci­zia che nel cor­so film diven­ta qual­co­sa di anco­ra più pro­fon­do, anche se non sen­za dif­fi­col­tà. Infat­ti Ala­na, data la mag­gio­re età e la con­sa­pe­vo­lez­za di tro­var­si ad un pun­to cri­ti­co del­la pro­pria vita, fati­ca a lasciar­si anda­re e a per­der­si in quel­la che sem­bra a tut­ti gli effet­ti un’illusione ado­le­scen­zia­le.

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Eppu­re il tem­po tra­scor­so con Gary e i suoi ami­ci le fa capi­re che for­se quel grup­pet­to di ado­le­scen­ti è dav­ve­ro più inte­res­san­te del mon­do degli adul­ti. In Gary, Ala­na tro­va un moti­vo per non abban­do­na­re e anzi per risco­pri­re la dimen­sio­ne dei sogni e del­le illu­sio­ni, cen­tra­le nell’età ado­le­scen­zia­le. In Ala­na, Gary tro­va inve­ce un incen­ti­vo a cre­sce­re, a capi­re che for­se non tut­to ruo­ta attor­no a lui.

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Leggerezza e nostalgia

Lico­ri­ce Piz­za può sem­bra­re un film medio­cre dal­la sto­ria bana­le. C’è da dire però che rie­sce a svol­ge­re un com­pi­to tutt’altro che sem­pli­ce: tra­sci­na­re lo spet­ta­to­re in un’atmosfera di spen­sie­ra­tez­za, leg­ge­rez­za e nostal­gia cre­di­bi­le ed emo­ti­va­men­te coin­vol­gen­te.

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Maga­ri sareb­be potu­to esse­re leg­ger­men­te più cor­to e pro­ba­bil­men­te non è il miglior film in asso­lu­to di P.T. Ander­son. Nono­stan­te ciò costi­tui­sce un’opera di tut­to rispet­to: una favo­la d’amore e d’amicizia ambien­ta­ta negli anni ’70 capa­ce di infon­de­re nel­lo spet­ta­to­re nostal­gia (i por­to­ghe­si direb­be­ro sau­da­de) sia per una sto­ria d’amore inven­ta­ta (nel­la qua­le però tut­ti pos­sia­mo in un modo o nell’altro ritro­va­re qual­co­sa del­la nostra espe­rien­za), sia per un’epoca che mol­ti di noi non han­no vis­su­to.

Ema­nue­le Pao­li­no