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NEW5: DALLE MOLESTIE IN DIRETTA TV AGLI SVILUPPI SUL CASO REGENI

Le 5 noti­zie del­la set­ti­ma­na da sape­re: mole­stie in diret­ta, gior­na­ta del­le per­so­ne con disa­bi­li­tà e quel­la con­tro l’AIDS, scan­da­lo “Rena­ti­no”, caso Rege­ni

GRETA BECCAGLIA: GIORNALISTA MOLESTATA IN DIRETTA TV

La gior­na­li­sta di Tosca­na TV Gre­ta Bec­ca­glia è sta­ta pal­peg­gia­ta in diret­ta, fuo­ri dal­lo sta­dio, dopo la par­ti­ta Empo­li-Fio­ren­ti­na. Ha subi­to anche

greta beccaglia

mole­stie ver­ba­li men­tre cer­ca­va di inter­vi­sta­re dei tifo­si. Il con­dut­to­re in stu­dio Gior­gio Miche­let­ti ha com­men­ta­to con “non te la pren­de­re”, paro­le che spie­ga di aver det­to “solo per non man­dar­la nel pani­co”, e ha espres­so poi la sua indi­gna­zio­ne nei con­fron­ti dell’accaduto alla chiu­su­ra del col­le­ga­men­to. “Ho denun­cia­to quel­lo che è acca­du­to” ha dichia­ra­to la gior­na­li­sta, affer­man­do che “quel­lo che mi ha fat­to più male è sta­ta l’indifferenza, mol­ti lì pre­sen­ti non mi han­no aiu­ta­ta, si sono limi­ta­ti a guar­da­re”. L’indifferenza di fron­te ad una mole­stia non è altro che un modo per mini­miz­za­re l’accaduto ed è anco­ra trop­po spes­so la pri­ma rea­zio­ne di fron­te ad una noti­zia di mole­stia o di vio­len­za.

Inter­vi­sta a Gre­ta Bec­ca­glia

 

 

disabilità

LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

Il 3 dicem­bre è la Gior­na­ta inter­na­zio­na­le del­le per­so­ne con disa­bi­li­tà. I dati Istat

mostra­no un’Italia fra­gi­le, con evi­den­ti svan­tag­gi per i disa­bi­li rispet­to al resto del­la popo­la­zio­ne. Nel nostro Pae­se, nel 2019, sono 3 milio­ni e 150 mila le per­so­ne con disa­bi­li­tà, ovve­ro il 5,2% del­la popo­la­zio­ne. Il pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca, Ser­gio Mat­ta­rel­la, ha sen­ten­zia­to quan­to sia “neces­sa­rio supe­ra­re limi­ti e dif­fe­ren­ze per con­sen­ti­re alle per­so­ne con disa­bi­li­tà di vede­re nel nostro Pae­se un esem­pio di altrui­smo e di appar­te­nen­za. La pie­na inclu­sio­ne è il fine da per­se­gui­re con for­za e deter­mi­na­zio­ne, per por­re le fon­da­men­ta di una socie­tà auten­ti­ca­men­te demo­cra­ti­ca, aper­ta e sen­za osta­co­li”.

A che pun­to è l’Italia?

 

LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO L’AIDS

Il 1° dicem­bre è la Gior­na­ta Mon­dia­le con­tro l’IAIDS e quest’anno ricor­ro­no 40 anni dai pri­mi casi segna­la­ti, risa­len­ti al 1981. In quat­tro decen­ni si

AIDS

con­ta­no 45mila vit­ti­me in Ita­lia e 35 milio­ni nel mon­do. For­tu­na­ta­men­te la ricer­ca medi­ca ha fat­to nume­ro­si pas­si avan­ti nel­le cure ren­den­do sem­pre più faci­le e sicu­ra la con­vi­ven­za con la malat­tia e svi­lup­pan­do far­ma­ci di pre­ven­zio­ne. Nono­stan­te ciò, l’obiettivo di scon­fig­ge­re AIDS entro il 2030 posto nell’Agenda 2030 per lo Svi­lup­po soste­ni­bi­le dell’ONU non è scon­ta­to: secon­do l’Unaids la dimi­nu­zio­ne di nuo­ve infe­zio­ni non è tale da dichia­ra­re fini­ta la pan­de­mia. Il fron­te su cui lavo­ra­re è la pre­ven­zio­ne, dato che dal­la dia­gno­si pre­co­ce dipen­do­no la tem­pe­sti­vi­tà e l’efficacia del­la cura. Essa è però anco­ra osta­co­la­ta da stig­ma­tiz­za­zio­ne, discri­mi­na­zio­ne e disin­for­ma­zio­ne, oltre che dal Covid-19 che ha tol­to atten­zio­ne e risor­se alle altre malat­tie.

UNAIDS – pro­gram­ma del­le Nazio­ni Uni­te per l’AIDS

 

SCANDALO “RENATINO”: LO SPOT DEL PARMIGIANO REGGIANO SCATENA UNA BUFERA SUI SOCIAL

Il recen­te spot pub­bli­ci­ta­rio del Con­sor­zio del Par­mi­gia­no Reg­gia­no, diret­to da Pao­lo Geno­ve­se, ha

sca­te­na­to una bufe­ra sui social net­work degna di nota. Il pro­ta­go­ni­sta del­lo spot e del­le cri­ti­che è la figu­ra di “Rena­ti­no”, dipen­den­te esal­ta­to per la dedi­zio­ne al lavo­ro dimo­stra­ta dal fat­to che lavo­ra 365 gior­ni l’anno dall’età di 18 anni e che ne è feli­ce. L’accusa mos­sa dal­la rete è quin­di di elo­gia­re e for­ni­re una nar­ra­zio­ne roman­ti­ciz­za­ta del­lo sfrut­ta­men­to dei lavo­ra­to­ri. In segui­to all’ondata di cri­ti­che sui social, il Con­sor­zio ha dichia­ra­to il pro­prio dispia­ce­re per la let­tu­ra fat­ta dal pub­bli­co del­lo spot, crea­to con la volon­tà di sot­to­li­nea­re la pas­sio­ne dei dipen­den­ti, ma comu­ni­ca anche che la cam­pa­gna ver­rà modi­fi­ca­ta “lie­ve­men­te”.

Lo spot di “Rena­ti­no”

 

CASO REGENI: L’EGITTO È UFFICIALMENTE RESPONSABILE

La Com­mis­sio­ne par­la­men­ta­re d’inchiesta sull’omicidio di Giu­lio Rege­ni (2016) ha appro­va­to all’unanimità la rela­zio­ne fina­le in cui dichia­ra la respon­sa­bi­li­tà del

Regeni

gover­no egi­zia­no del seque­stro, del­la tor­tu­ra e dell’uccisione di Rege­ni, con­fer­man­do la tesi del­la pro­cu­ra di Roma.  Dal­la rela­zio­ne emer­go­no anche l’isolamento dell’Italia nel chie­de­re giu­sti­zia all’Egitto, l’ostruzionismo egi­zia­no ma anche l’insufficiente pres­sio­ne diplo­ma­ti­ca dell’Italia. La Com­mis­sio­ne fa poi due pro­po­ste d’azione con­cre­te. La pri­ma con­si­ste nel por­ta­re l’Egitto davan­ti alla Cor­te pena­le inter­na­zio­na­le dell’Aja per aver vio­la­to la Con­ven­zio­ne Onu sul­la tor­tu­ra. La secon­da riguar­da, inve­ce, una nuo­va leg­ge che impe­di­sca agli Sta­ti este­ri di evi­ta­re il pro­ces­so gra­zie al siste­ma del­le man­ca­te noti­fi­che. Que­sta secon­da azio­ne ha lo sco­po di supe­ra­re l’ostacolo che ha inter­rot­to il pro­ces­so con­tro quat­tro mem­bri dei ser­vi­zi di sicu­rez­za ad otto­bre 2021.

Il caso Rege­ni dall’inizio

 

Di Sere­na Tra­buc­chi e Auro­ra Saba­to