Nel 2019 Martina Zaffiro (nata a Roma, studia a Milano) apre un suo profilo Instagram: Polveresucarta. Può apparentemente sembrare una semplice pagina di recensioni letterarie, ma si tratta di qualcosa di diverso. Scopriamolo insieme a Martina che ci ha raccontato il suo progetto.

Il tuo progetto, Polveresucarta, sembra qualcosa di diverso e particolare rispetto a una normale pagina di book blogger. Quando e com’è nato?
L’idea di Polveresucarta è nata tra il gennaio e il febbraio del 2019, quindi da pochissimo tempo in realtà. È solo da pochi anni che ho iniziato a leggere così tanto. Quando ero piccola leggevo pochissimo; tra la fine del liceo e l’inizio dell’università, invece, ho iniziato a leggere moltissimo. Più leggevo e più avevo voglia di condividere queste letture con qualcuno, ma nessuno, tra le persone a me vicine, leggeva o leggeva quanto me. Seguivo canali YouTube e profili Instagram dedicati a questa mia passione, così a un certo punto mi sono detta: “ma perché non farlo anche io?”. All’inizio è nato tutto come un gioco ma poi, con la costanza, è diventato un progetto a cui dedicarmi quotidianamente, che mi fa proprio stare bene e che mi permette di conoscere tante persone nuove.
A proposito di questo, che interazione c’è tra te e i tuoi follower?
Parlo quotidianamente con tante persone online tramite la pagina, però con alcune è capitato di vedersi dal vivo. Magari per un semplice caffè o per una passeggiata in libreria, però abbiamo creato qualcosa di più che una semplice interazione. Con alcuni è stato l’incontro di una volta, con altri ho mantenuto un rapporto, tutt’ora lo mantengo e molto spesso ci vediamo. Sono nate anche delle belle amicizie, e non avrei mai pensato che sarebbe potuto succedere.
Le persone con le quali interagisco, anche solo attraverso uno scambio di commenti, mi influenzano molto, sia per quanto riguarda la pubblicazione di contenuti, che per le mie letture personali. Molti dei libri che ho letto, li ho scoperti tramite Polveresucarta.
E devo dire che questo mi ha anche aiutato a capire che generi mi piacciono di più. Ora so esattamente cosa mi piace leggere e cosa no.

Che tipo di dedizione c’è verso la tua pagina? Quanto è presente nella tua vita personale e quotidiana?
In realtà non sono mai stata super costante in questi tre anni. Ci sono stati dei mesi in cui addirittura non sono mai entrata nel profilo perché quando subentrano vicende personali non ti va di metterci la faccia online, sui social. Io la penso così.
Durante il lockdown ci ho dedicato tanto tempo. Ovviamente in questi progetti, più investi tempo e più cresci. Infatti, solo durante i due mesi di chiusura, io mi ricordo di aver guadagnato anche più di mille follower. Devi essere naturalmente sempre costante, sia nel postare che nel fare foto perché, già solo per com’è strutturata la piattaforma di Instagram, vieni penalizzata se sei una pagina appena nata.
Sicuramente ogni giorno cerco di dedicarmi alla pagina. Anche quando non pubblico post (mi sono fissata una media di due post a settimana) cerco di rimanere attiva in qualche modo, pubblicando storie e interagendo con i contenuti degli altri.
Ci si deve dedicare tanto tempo, anche per la preparazione del post stesso. Spesso impiego una mattinata intera per scattare qualche foto, editarle e fare le bozze.
Nella pagina però non faccio rientrare tutta la mia vita privata, perché credo ci debba sempre essere una separazione tra le due dimensioni. A volte parlo di argomenti che esulano dai libri, ma cerco di mantenere sempre questo distacco.
Nella bio di Polveresucarta si legge “Lettrice per passone e psicologa che si diverte a diagnosticare problemi ai personaggi letterari”. Potresti spiegarci cosa significa?
Studiando psicologia, spesso e volentieri quando leggo, mi accorgo di alcune dinamiche lette nei manuali universitari. Trovare queste analogie in storie, che molte volte ricalcano la vita reale, mi fa sempre riflettere, e ho pensato di poter provare a condividere con gli altri queste stesse riflessioni.
Il tutto è nato a partire da un libro: “Una vita come tante” di Hanya Yanagihara . L’autrice è stata spesso accusata di aver scritto una pornografia del dolore. Io, avendo riconosciuto una certa dinamica psicologica nel protagonista, e avendo riconosciuto dei pattern da lui riprodotti più e più volte, non sono d’accordo con queste critiche. Certo, l’autrice ha esplicitamente dichiarato di aver calcato, di proposito, un po’ la mano nella costruzione delle vicende, ma io volevo sfatare questo mito, spiegando a quale categoria psicologica appartenesse il protagonista. Quindi ho creato un post, da lì è nato un hashtag e poi tutto il resto.
Chiudiamo l’intervista con la classica domanda: libro e personaggio preferito?
È un classico: “Via col vento” di Margaret Mitchell, perché il mio personaggio preferito è Rossella O’Hara. Mi ci sono rivista tantissimo, dalla prima all’ultima pagina, anche se molto spesso avrei voluta darle due schiaffi in faccia, però sono quelli che darei anche a me stessa.