Ragazze che brillano al buio: la vicenda delle radium girls

In que­sto arti­co­lo vor­rei par­lar­vi di ragaz­ze che bril­la­no al buio e no, non sto par­lan­do di fati­ne magi­che!

“Wow, ma cos’è una nuo­va moda?” vi doman­de­re­te. 

Beh, direi pro­prio di no. L’argomento di que­sto arti­co­lo è un omag­gio ad un fat­to sto­ri­co piut­to­sto noto che è giu­sto ricor­da­re. 

 

Fac­cia­mo un velo­ce tuf­fo nel pas­sa­to: sia­mo nell’anno 1917 negli Sta­ti Uni­ti, cit­ta­di­na di Oran­ge. 

A quel tem­po la US Radium Cor­po­ra­tion si dedi­ca­va all’estrazione e puri­fi­ca­zio­ne del radio dal­la car­no­ti­te, un mine­ra­le, con il fine di uti­liz­zar­lo per la pro­du­zio­ne di ver­ni­ci lumi­no­se da uti­liz­za­re prin­ci­pal­men­te nel­la rea­liz­za­zio­ne di oro­lo­gi. 

Mol­ti ope­rai del­la fab­bri­ca ven­ne­ro assun­ti per maneg­gia­re in pri­ma per­so­na le ver­ni­ci lumi­no­se a base di radio per tin­teg­gia­re le lan­cet­te degli oro­lo­gi con l’ausilio di pen­nel­li. 

La mag­gior par­te dei lavo­ra­to­ri era­no don­ne: ser­vi­va indub­bia­men­te un toc­co deli­ca­to e fem­mi­ni­le per que­sto tipo di lavo­ro. 

Ad ogni modo, duran­te la lavo­ra­zio­ne capi­ta­va che i pen­nel­li si indu­ris­se­ro e quin­di dove­va­no esse­re inu­mi­di­ti affin­ché riac­qui­stas­se­ro mor­bi­dez­za. Per far que­sto capi­ta­va che le ope­ra­ie uti­liz­zas­se­ro le lab­bra. 

Seb­be­ne all’epoca fos­se­ro già noti gli effet­ti par­ti­co­lar­men­te dan­no­si del radio, agli ope­rai non ven­ne impar­ti­ta alcu­na pre­cau­zio­ne duran­te il lavo­ro: basti pen­sa­re che le don­ne, oltre a bagna­re i pen­nel­li con le lab­bra, uti­liz­za­va­no le ver­ni­ci lumi­ne­scen­ti come smal­to o ros­set­to!

Gli uni­ci che si guar­da­va­no bene dal maneg­gia­re il radio “con leg­ge­rez­za” era­no i mem­bri del per­so­na­le scien­ti­fi­co che, duran­te la lavo­ra­zio­ne, pren­de­va­no tut­te le pre­cau­zio­ni del caso uti­liz­zan­do masche­re e scher­mi pro­tet­ti­vi. 

Beh, non è dif­fi­ci­le imma­gi­na­re che gli effet­ti dan­no­si non tar­da­ro­no ad arri­va­re. Ma qua­li sono que­sti effet­ti? Cosa suc­ce­de?

Ini­zia­mo col dire che il radio (Ra), sco­per­to da Marie Curie pochi anni pri­ma, nel 1898, è un metal­lo alca­li­no-ter­ro­so. 

Come risul­ta facil­men­te intui­bi­le, la paro­la radioat­ti­vi­tà deri­va pro­prio da que­sto ele­men­to, che pro­du­ce rag­gi gam­ma, beta e alfa. 

Il radio è un pro­dot­to di deca­di­men­to dell’uranio, men­tre dal deca­di­men­to del radio si ottie­ne il radon, altret­tan­to peri­co­lo­so. 

Ad ogni modo, l’aspetto più pro­ble­ma­ti­co del radio è sicu­ra­men­te dato dai rag­gi gam­ma, che pos­so­no arri­va­re anche a chi­lo­me­tri di distan­za. 

Oltre­tut­to, vista la sua gran­de simi­la­ri­tà con il cal­cio, que­sto ele­men­to può sosti­tuir­si ad esso e cau­sa­re gra­vis­si­mi dan­ni alle ossa. 

Non meno impor­tan­te è il fat­to che un’esposizione pro­lun­ga­ta può pro­vo­ca­re il can­cro. 

In real­tà è facil­men­te intui­bi­le per­ché que­sto acca­de: le radia­zio­ni dan­neg­gia­no le cel­lu­le gene­ran­do radi­ca­li libe­ri; que­sti alte­ra­no la sta­bi­li­tà del DNA e dell’RNA e indu­co­no muta­zio­ni. 

Gli effet­ti più signi­fi­ca­ti­vi sono quel­li che avven­go­no a livel­lo del siste­ma lin­fa­ti­co e del midol­lo osseo, dal momen­to che qui si tro­va­no cel­lu­le che si divi­do­no mol­to velo­ce­men­te e che quin­di risul­ta­no più suscet­ti­bi­li.          Ad ogni modo, que­sta vicen­da del­le radium girl che ha ispi­ra­to libri e film, cau­sò tan­tis­si­me vit­ti­me.

 

Tan­te da far sì che que­sto even­to ebbe una note­vo­le riso­nan­za. 

Que­sto anche gra­zie all’operaia Flo­ra Gra­zia Fryer che deci­se, per pri­ma, di inter­ve­ni­re legal­men­te, a segui­to dei dan­ni rice­vu­ti, con­tro la US Radium (seb­be­ne ci vol­le­ro anni per tro­va­re un avvo­ca­to che deci­se di difen­der­la…) e fu segui­ta poi da altre sue col­le­ghe che si uni­ro­no alla bat­ta­glia facen­do vale­re i pro­pri dirit­ti.

Pen­sa­te che la vicen­da cat­tu­rò a tal pun­to l’attenzione del pub­bli­co che si ini­ziò a valu­ta­re il con­cet­to del­la tute­la e del­la sicu­rez­za dei lavo­ra­to­ri come dirit­to di ogni dipen­den­te. 

Pro­prio da quel momen­to, infat­ti, i livel­li di sicu­rez­za indu­stria­li aumen­ta­ro­no dra­sti­ca­men­te e creb­be­ro sem­pre di più nel tem­po. 

La sto­ria ci inse­gna sem­pre cose illu­mi­nan­ti (anzi, lumi­ne­scen­ti) e ci ricor­da quan­ta stra­da è sta­ta fat­ta fino ad oggi per tut­ti noi gra­zie a chi ha avu­to il corag­gio di far sen­ti­re la pro­pria voce. 

Di Ange­la Cor­rea­le