
Cazzo se mi piacciono i giochi con la grafica pixellosa che fanno l’occhiolino agli ancestrali cabinati delle sale giochi e alle prime console da salotto. Potrebbero rifilarmi qualsiasi porcata, ma se è composta da quadrati di notevoli dimensioni allora si attiva il fattore nostalgia e io non capirei più nulla. Se volete una buona recensione avete sbagliato posto (vi bastava leggere il titolo per capirlo).
Shovel Knight Treasure Trove risulta essere compreso tra quei giochi pixellosi, in particolare si tratta di un platformer 2D, che unisce l’originale Shovel Knight con le 4 espansioni successive. Questi sono effettivamente 4 giochi diversi che tratterò separatamente, per assicurarmi di non rendere giustizia a nessuno di loro. Partiamo.
Shovel Knight: the shovel of hope
Prenderete le parti di un basso cavaliere blu che utilizza una pala nella sua missione per sconfiggere l’ordine degli spietati (sono dei tipi strani) e l’Incantatrice, che si è impossessata del corpo della sua amica/fidanzata: Shield Knight. I Livelli sono pochi ed i personaggi bizzarri, ma il tutto è così iconico e pieno di meccaniche diverse che vi godrete ogni momento (anche in multigiocatore), inoltre si presta moltissimo ad essere rigiocato. C’è anche un’opzione per cambiare il sesso ai personaggi, ma i dialoghi ed i nomi rimangono invariati, quindi ha lo stesso effetto di un mucchio di tipi che fanno cross-dressing.
Plague of Shadows
Plague Knight (se non l’avete colto, generalmente i nomi finiscono con knight) vuole creare la pozione definitiva attraversando dei leggermente diversi livelli ripresi da Shovel Knight. Non l’ho finito, colpa del mio disagio che mi impedisce di premere un tasto per eseguire la meccanica più basica del gioco. Però è bello, fidati, si infila nelle fogne per andare in giro.
Shovel Knight: Specter of Torment
OOOOH questa espansione prende ciò che sai di Shovel Knight e lo trasforma in Spider-man. Accompagnerete Specter Knight, amante del parkour e delle falci, mentre arruola cavalieri per l’ordine degli spietati. Tutti i livelli sono lunghi e difficili, ma quanto sono fighi. Poi narra anche le tragiche (per quanto il tema del gioco lo consenta) origini dell’antieroe protagonista. Pensavo che questa serie avesse raggiunto un apice con la terza espansione, ma mi sono ritrovato a ricredermi con la successiva.
King of Card
Se Specter Knight era stupendo King Knight è devastante. Questo re mancato in armatura splendente, che vive con la madre e ha topi come sudditi si pone come obiettivo quello di menare i tre giudici di un gioco di carte per vincere un regno tutto suo. Tra tutti i personaggi è quello più limitato nei movimenti, ma gli sviluppatori hanno creato dei livelli che lo esaltano nella sua incapacità e strane pose regali. La ciliegina sulla torta è il gioco di carte opzionale. Questo sembra essere il figlio illegittimo di Pokemon e tris, inoltre se perdi ti rubano le carte, come nel cartone di Yu Gi oh. Sicuramente l’esperienza migliore tra le 4.
Ci sono anche delle pecche, che dall’alto della mia imparzialità ho ignorato. Una menzione onorevole va alle brutte e lunghe danze che il gioco, intenzionalmente, ti costringe a guardare, consapevole della frustrazione causata nel giocatore. Tutti i giochi sono progettati per essere completati in relativamente poco tempo e ripresi più volte, offrendo un’esperienza piena di novità e cose strane. Come ho detto all’inizio della recensione, questo gioco mi sarebbe piaciuto anche se fosse stato una merda, il fatto che non lo fosse però mi fa piacere.
PS: C’è anche una modalità che sembra essere il cugino storto di Super Smash Bros, che non ho neanche toccato per non abbassare la mia opinione riguardante il gioco. Però, se voi volete farvi del male, giocatela. C’è pure un giochino dove bisogna scavare: Shovel Knight Dig, ma dovete comprarvelo a parte.
All’approssimativa cura di Matteo Simonetti