Nelle ultime ore sono diventati virali gli screenshot delle chat di gruppi Telegram italiani di revenge porn, che rendono oggetti sessuali ragazze qualsiasi trovate su internet.
I membri delle chat sono uomini di tutte le età che condividono immagini delle ex fidanzate, delle figlie o di perfette sconosciute per dedicare loro dei “tributi”, come definiscono l’atto di masturbarsi su queste fotografie. Un premio di cui le ragazze in questione dovrebbero forse sentirsi grate, perché a quanto pare essere soggetto di una tale attenzione è l’unico trofeo che qualsiasi donna, ragazza o bambina potrà mai ottenere.
Perché “Revenge”? Perché di fatto è considerata una vendetta. Tutte queste ragazze hanno postato, condiviso o scattato foto dove commettevano un assolutamente disdicevole reato: essere donne. Non ha importanza che fossero nude, vestite, di schiena o prese in primo piano. Non centra niente che gli scatti siano finiti su instagram, facebook, siano stati mandati al fidanzato o tenuti in galleria. Loro hanno commesso un atto di vanità nell’istante in cui la foto è stata scattata, e per questo devono essere punite “dagli unici in grado di farlo”.
La cosa davvero terrificante è che questo gigantesco network italiano è composto da 21 canali con un totale di 43mila iscritti e migliaia di messaggi al giorno: in ogni singolo messaggio, si inneggia allo stupro. Vengono condivisi numeri di telefono e indirizzi, oltre naturalmente alle fotografie, e con questi orde di aspiranti stupratori possono tranquillamente contattare sia online che nel mondo reale qualsiasi ragazza loro riescano a trovare. Possono scegliere naturalmente, perché la gamma di prodotti è ampia: abbiamo bambine, adolescenti, donne adulte o qualsiasi cosa si voglia cercare.
Questo fenomeno va avanti da moltissimo tempo ed è molto difficile da arginare. L’anno scorso, Wired ha portato avanti un’indagine conclusasi con l’eliminazione di alcuni gruppi, ma questi impiegano il tempo di un click ad essere riaperti per ricominciare la loro attività esattamente come prima. L’ultimo caso è emerso grazie ad una ragazza che, venuta a conoscenza del fenomeno, lo ha subito denunciato su Twitter. Il nome del gruppo in questione era “STUPRO TUA SORELLA 2.0”.
Davanti a fenomeni di questo genere ci si domanda come possa essere possibile che cose del genere accadano. Non al giorno d’oggi, che succedano a delle ragazzine o che nessuno le abbia fermate prima; ma che semplicemente accadano. Questa è un’orda di maschilisti arrapati che, in seguito a qualche oscura interpretazione della parola “libertà”, si sentono nel giusto e in pace quando parlano di stupri, abusi, molestie, uccisioni e in generale qualsiasi cosa tratti effettivamente violenza nei confronti di donne o bambine. E il punto non è l’oggetto della loro attenzione, non sono le foto che guardano: non ci deve interessare cosa li spinga a questi comportamenti. Ciò che ci troviamo davanti è disumano e non dobbiamo fare in modo che lo diventi dando giustificazioni di alcun genere.
Non si tratta di un po’ di sacrosanta pornografia, non si tratta di apprezzare la bellezza del corpo umano come facevano i greci. Stiamo parlando della ormai fin troppo famosa cultura dello stupro, e dell’importanza che hanno le parole. Probabilmente ciò che davvero eccita persone del genere non è tanto il corpo in sé, perché oggettivamente la masturbazione non è niente di nuovo, ma la violenza che viene connessa all’atto: è questa ad essere sessualizzata quando perpetuata e questo è sconvolgente.
Il revenge porn è punibile dalla legge dal 9 agosto 2019 anche in Italia e può essere accusato chiunque diffonda contenuti sessualmente espliciti senza il consenso della persona ritratta, così come tutti coloro che entrano in possesso o condividono questo materiale. Questo però non lede in alcun modo le libertà di tutti coloro che ancora prendono parte a fenomeni del genere semplicemente pensando che lo stupro possa essere legittimo, che idealizzano la violenza. Sarà soltanto un profondo cambiamento nella cultura di massa e nella società odierna a poter scalfire atteggiamenti del genere che molti ancora assumono, ed è irrilevante che non siano tutti gli uomini a farlo. Se si vuole pensare che sia femminismo, lo si faccia pure. Io la definirei decenza umana.