È questo il titolo dell’ultimo album di Murubutu, un rapper il cui stile si discosta parecchio dalla media, specialmente per quanto riguarda i suoi testi. Infatti Murubutu (o Alessio Mariani per gli amici) lavora come insegnante di filosofia e storia: dedica quindi una particolare attenzione all’aspetto stilistico dei suoi testi e agli argomenti trattati nelle sue canzoni, che sono spesso “storytelling”, ossia raccontano una storia, sia essa ispirata alla realtà o inventata.

Murubutu - Alessio Mariani
Il tema ricorrente di questo album, come si può intuire dal titolo, è la notte, fortemente presente anche nei titoli delle canzoni. Essa è immensa e nasconde i lati più oscuri della realtà. I protagonisti delle canzoni hanno in comune l’essere tormentati da qualcosa: chi soffre di insonnia e passa la notte tra incubi e pensieri, chi invece navigando nel mare si è innamorato di una stella e la aspetta per tutta la notte cercandola. Una menzione d’onore va sicuramente ai protagonisti di Franz e Milena, ossia lo scrittore Franz Kafka e la giornalista Milena Jesenská, dei quali viene raccontata l’intensa corrispondenza.
La notte è anche la fine del giorno, ed è quindi naturale l’analogia con la morte, che in questo album viene esplorata in più occasioni.
Spesso ad essere protagonisti delle canzoni sono proprio dei fantasmi che osservano il mondo dei vivi e raccontano la loro storia con serenità, mantenendo però un velo di malinconia. In particolare, nella canzone Buio viene ripresa una novella di Dino Buzzati, in cui un soldato ormai morto torna a casa per salutare un’ultima volta la sua famiglia. Inoltre la canzone si ispira anche al romanzo “Il sergente nella neve”: vengono infatti esplorati gli orrori della Seconda Guerra Mondiale tra le macerie dei Kolchoz.
Tenebra è la notte ed altri racconti di buio e crepuscoli - murubutu
Per quanto riguarda l’aspetto stilistico i testi di Murubutu sono ricchi di analogie e metafore e sono presenti anche varie citazioni e riferimenti alla mitologia, alla poesia e all’arte. Diversi i riferimenti storici, l’esempio più lampante è quello della canzone La notte di san Bartolomeo, in cui viene raccontata la strage degli Ugonotti da parte della Fazione Cattolica avvenuta a Parigi nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572.
Anche dal lato musicale l’album si discosta da quello che siamo abituati a sentire, la voce profonda dell’artista e la presenza di allitterazioni e di altre figure di suono contribuiscono a creare un’atmosfera cupa che perdura durante tutto l’album. Per enfatizzare questo effetto ogni canzone inizia e finisce con i suoni tipici della notte, ossia il fischio del vento e il frinire delle cicale.
In conclusione vi consiglio caldamente di mettervi comodi, indossare le cuffie e dedicare un’ora del vostro tempo all’ascolto di questo album.