“The Batman” ha catalizzato l’attenzione del pubblico nelle ultime settimane, riportando la gente in massa nelle sale come non accadeva almeno da dicembre con Spider-Man No Way Home.
Non si aveva una trasposizione cinematografica dedicata solo a Batman da circa dieci anni. L’ultima è targata Christopher Nolan nel 2012 con “Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno”. Nonostante questo una delle domande più gettonate alla vigilia dell’uscita del film era: “ma ne abbiamo così tanto bisogno?” A posteriori, dopo aver visto il film, posso dire che sì, ne avevamo dannatamente bisogno.

Nonostante i precedenti film del “pipistrello” siano più o meno fedeli alla controparte fumettistica, tutti mancano di un aspetto fondamentale di Batman: il suo lato da detective.
Nei film di Nolan, come in quelli di Tim Burton, Batman è troppo legato ai suoi gadget piuttosto che al suo lato investigativo. I fumetti di Batman devono tanto a Sherlock Holmes, mentre nei film, prima della nuova trasposizione di Matt Reeves, il lato investigativo non è mai venuto fuori.
“The Batman” di Matt Reeves vince sotto diversi aspetti. In primis decide di dribblare la questione origini. Come lo Spider-Man del Marvel Cinematic Universe insegna, le storie di origini non sono poi totalmente necessarie, soprattutto se sono già state proposte più e più volte sul grande schermo. La morte dei Wayne, così come quella di zio Ben della controparte Marvel, ormai la conoscono anche i sassi, ed è quindi poco utile utilizzare un intero film per raccontare quella storia.
Matt Reeves ci mette davanti a un neo-noir in piena regola, con il “detective” Batman (Robert Pattinson) pieno protagonista del film. E come ogni noir che si rispetti non può mancare uno psicopatico serial killer: l’Enigmista (Paul Dano).

L’Enigmista di questo “The Batman” non è un tipo simpatico con la tutina verde di cui il pubblico può ridere come quello di Jim Carrey. Questo Enigmista è folle, psicopatico e soprattutto un brutale assassino. Non è un villain fisico, alla Bane di Nolan per intenderci. La sua forza è l’intelletto, come dice lui stesso, e questo è utilissimo alla costruzione di un Batman investigativo.
Caratteristica fondamentale per i noir, oltre al detective e al serial killer, è la dark lady. Zoë Kravitz interpreta una delle migliori Catwoman della storia cinematografica di Batman. Nessuna tutina latex fin troppo aderente la sessualizza senza alcun motivo, nessuna battuta squallida, niente di tutto ciò. Selina Kyle in questo film è credibile, finalmente aggiungerei, e presenta un colpo di scena personale mai esplorato prima d’ora, ma allo stesso tempo molto interessante.

Assoluta protagonista della storia è anche Gotham. Finalmente una Gotham buia, sporca e piovosa, tanto piovosa. A differenza di quella di Christopher Nolan, che altro non era che Chicago, questa Gotham è perfetta per il film che Reeves decide di raccontare. La pioggia che cade continuamente sulla città è fondamentale per l’ultimo enigma dell’Enigmista, che ovviamente non vi spoilererò.
Immancabile è poi la mafia di Gotham. Con Maroni in carcere, sono Falcone e il Pinguino a prendersi la scena. Il primo, interpretato da John Turturro, è perfettamente calato nella parte: un boss mafioso che non ha paura di nessuno, neanche della polizia che corrompe ormai da tanto tempo.

Il Pinguino invece, interpretato da un Colin Farrell completamente trasformato dal make-up, è coprotagonista insieme a Robert Pattinson di uno dei migliori inseguimenti in macchina degli ultimi anni.
Cosa possiamo dire quindi su “The Batman”? Che è il film che non ci meritavamo, visto come abbiamo accolto la notizia del film, ma è il film di cui avevamo bisogno.